Viaggio studio a Mauthausen, Gusen, Ebensee (Austria) 30 ottobre-3 novembre 2002
Qui di seguito le riflessioni di alcuni partecipanti.
Grazie a questa esperienza toccante, ho potuto riflettere e constatare personalmente quali atrocità hanno commesso uomini come noi, accecati dal potere conquista e dalla mentalità razzista.
Ovviamente la visita di tali luoghi mi ha spinto a riflettere e soprattutto a non dimenticare, perché è giusto mantenere vivo il ricordo di un recente avvenimento che ha segnato profondamente la nostra storia.
Sapevo com'era un lager nazista, un forno crematorio o un deportato, ma sentire parlare qualcuno che ha vissuto in questi luoghi, anche se per poco e ha subito o solamente visto tante atrocità; vedere quello che in molti vedono solo in fotografia mi ha fatto molto pensare e stare male. Si inizia a pensare a come fino a quel giorno hai trattato persone di razza diversa e invece di aiutarle, hai "sputato loro in faccia" o li hai mandati via a "calci nel sedere".
Ora abbiamo solo una cosa da fare: non dimenticare. Questo è il nostro dovere; riflettere nel senso profondo della libertà, la libertà di essere diversi.
Devo dire un grazie profondo al Comune di Rimini e anche alla scuola, che mi hanno permesso di partecipare a questo viaggio, dandomi la possibilità di raccontare quello che visto e sentito, ciò che sui libri o sulle fotografie non traspare, facendo di me un testimone (se così si può dire). Grazie di cuore.
Silvia Marchetti
Ho partecipato anche io come tanti altri ragazzi al viaggio studio ai campi di concentramento nazisti in Austria.
Inizialmente pensavo che l'argomento fosse talmente interessante che un'esperienza del genere fosse utile soprattutto per allargare le mie conoscenze a riguardo.
Ben presto mi sono accorta però, che quel viaggio sarebbe stato qualcosa di molto più.
Il campo che mi ha colpito maggiormente è stato Mauthausen, un posto che solo a vedere mette i brividi, che racconta anni di atrocità, di violenze, di soprusi; nel suo interno racchiude dolore, rabbia, disperazione, odio, ma soprattutto mancanza di dignità.
Ma tutto ciò non basta per descrivere ciò che si prova nel trovarsi in quei posti ed ascoltare testimonianze di ex deportati che, nonostante il dolore che provavano a ricordare quell'esperienza terribile, avevano un gran desiderio di farci conoscere com'era "vivere" nei campi di concentramento, anche se è difficile immaginare la mente umana possa concepire simili atrocità.
Questo viaggio mi è servito molto, non solo da un punto di vista culturale, bensì umano e spero che la conoscenza di quel pezzo di storia non rimanga solo un avvenimento del passato, ma una storia che ci aiuti a vivere con più consapevolezza del futuro.
Marianna Perazzini - V ca
Sono Bollini Fabio della classe 5At dell'istituto professionale "L. Einaudi".
Mi è stato espressamente richiesto di esprimere un pensiero sul viaggio studio in Austria, di poche settimane fa effettuato grazie all'organizzazione del comu-ne di Rimini.
Non posso che dire di essermi trovato benissimo, soprattutto di non essere mai stato a mio agio come in quei favolosi quattro giorni nei quali ho avuto il pia-cere di fare conoscenza di persone molto socievoli.
Oltre al contorno piacevole dell'ambiente umano che ho trovato in questa espe-rienza, va sottolineato che questa parentesi austriaca mi è servita per arricchirmi culturalmente, ma soprattutto, a livello umano, perché penso che nessun essere umano possa rimanere impassibile davanti alla visione dei campi di sterminio e di tutte le altre cose che gli ruotavano intorno.
Assistere alla visione di filmati, visitare quei campi in cui viene mostrato, attra-verso reperti, tutto ciò che è accaduto in quei terribili anni, ascoltare le testimo-nianze di persone che quella volta erano protagoniste, sono situazioni che modi-ficano il proprio stato d'animo e fanno riflettere in un modo non certo indiffe-rente su come dei poveri innocenti, solo perché ebrei, abbiano dovuto soffrire in quel modo atroce e patire le più incredibili crudeltà, fino alla privazione della vita.
Penso che fra tanti spiacevoli avvenimenti che hanno caratterizzato e formato fino ad ora la nostra società, questo dello sterminio sia quello che personalmen-te mi colpisce di più, perché non penso che essere ebrei, seppur con tanti difetti, sia una giustificazione per la quale si debba essere privati della propria vita. L'uccisione di una persona è un fatto gravissimo e penso che non vi sia scusan-te per cui esistano i presupposti perché questa venga attuata.
Forse solo nel caso in cui un individuo uccida un altro soggetto, ma anche in questo caso va fatta una riflessione.
Quindi, come abbiamo visto, non vi è situazione tipica per la quale si possa condannare una persona alla morte!
Concludendo, volevo ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile que-sto viaggio e tutti i ragazzi che vi hanno partecipato,perché si sono rivelati tutti dei simpatici e disponibili individui con i quali ho socializzato fin dal primo giorno.
Se un giorno mi dovesse ricapitare un' esperienza simile, farò il possibile per esservi presente, perché ritengo che queste occasioni si rivelino culturalmente e umanamente interessantissime.
Fabio Bollini - 5 At