Venerdì 6 marzo 2015, ore 11.30, Giardino dei Giusti - Parco XXV Aprile (nei pressi del ponte di Tiberio, lato città)
In occasione della Giornata europea dei Giusti, viene apposta nel Giardino dei Giusti di Rimini, una targa commemorativa in ricordo di Guido Morganti, il "sarto di Cattolica" che il 20 novembre 2007 viene risconosciuto Giusto tra le Nazioni, per essersi prodigato in aiuto di un gruppo di ebrei ferraresi e mantovani in fuga dalla persecuzione razziale. I salvati, appartenenti alle famiglie Finzi, Rimini e Vivanti, erano tradici persone sfollate a Gabicce, di cui sei bambini.
La storia è raccontata nel libro Qualcuno si è salvato di Moisè Cesare Finzi (ed. Il Ponte vecchio, 2006), uno dei componenti della famiglia aiutato da Guido e dalla moglie Ada.
Poco dopo l'8 settembre 1943 Finzi, che all'epoca aveva 13 anni, per evitare la cattura è costretto a fuggire in gran frettacon la propria famiglia e quella dello zio materno Giuseppe Rimini.
Il gruppo arriva a Gabicce e ottiene, grazie all'aiuto del segretario comunale Sgarbi, nuovi documenti falsi. Ma il luogo non è sicuro perchè lì tutti loro sono conosciuti con il vecchio nome. Prima di ripartire passano a ritirare le stoffe lasciate nel frattempo a Guido Morganti, il sarto a cui avevano chiesto di confezionare dei cappotti, in previsione di una fuga lunga e difficile, con l'inverno alle porte.
Mentre sono nella bottega qualcuno involontariamente si lascia sfuggire la propria vera identità. Morganti riconosce nel cognome Rimini quello di un conoscente di Mantova che anni prima aveva aiutato la sua famiglia. In due giorni organizza il trasferimento degli ebrei e li porta personalmente con un carro trainato dai buoi nella vicina Mondaino, suo paese natale in provincia di Rimini, dove i rifugiati vissero sotto falso nome fino alla fine della guerra, scampando alla deportazione.
Guido avrebbe potuto segnalare la presenza di ebrei alla polizia e ne avrebbe ricavato, sulla base di un triste tariffario allora in vigore, una considerevole somma.
Morganti non ha mai parlato del suo gesto, di cui aveva messo al corrente solo la moglie. Il resto della famiglia lo ha saputo dal cugino di Finzi, l'avvocato Cesare Rimini. Figli e nipoti lo ricordano come persona generosa e umile, piena di umanità.
Alla cerimonia partecipano Irina Imola, assessore ai servizi al cittadino, e le autorità cittadine.